
Amicizie nate per caso, o forse no.
Creative e appassionate, instancabili curiose ed entusiaste per natura, ci siamo finalmente trovate. In una delle tante “chiacchiere tra donne” abbiamo saputo cogliere la possibilità di un cambiamento, di un’evoluzione, di un’idea e poi due e poi tre che diventano progetto. Da qui nasce RebelHands: da una “precisetti”, un’esteta e una “parolaccia”.
Da una piratessa, una sirena e una pappagalla.
Curioso, no? Ci presentiamo:

ELENA BRUGNEROTTO
La piratessa. Con la bussola in tasca e la mappa al contrario, quando intravedo da lontano una nuova isola da conquistare mi butto a capofitto per raggiungere la riva con baldanzoso entusiasmo. Le novità e le scoperte sono linfa per me, come lavorare su nuovi progetti, incontrare nuovi collaboratori e lasciare che la contaminazione delle idee abbia inizio. Poter esprimere la mia creatività, finalizzata all’obiettivo, è la caratteristica principale del mio lavoro. Amo poter comunicare in modo diverso, nuovo, accattivante, per migliorare i rapporti tra alunni e professori, tra colleghi, tra donne. Ho a cuore tematiche che riguardano l’apprendimento dei ragazzi nelle scuole, l’empowerment femminile, il futuro del lavoro.
Sono anche una persona seria, e la prova è qui:
GIADA ZAVATTIERO
La sirena. Avvisto la bellezza ovunque, anche dove sembra non esserci, e se proprio non c’è, la creo perché è quello che più so fare meglio. So come affascinare giocando con forme e colori e come trovare l’ispirazione tra pesci, pennelli, coralli, tubetti e straordinarie creature che vivono negli oceani blu delle possibilità. La mia passione per l’Arte mi regala uno sguardo aperto sulle cose, sulle situazioni che vivo, sul lavoro e sui nuovi progetti che accolgo. Tuffo il mio impulso creativo nelle illustrazioni, nei dipinti, nell’arredamento di uno spazio e metto estrema cura e dedizione in ogni opera che realizzo. La personalità e la passione che di me approdano su una tela o su uno sketchnote, sono la prova della mia continua sperimentazione artistica, la vocazione del mio lavoro.
Non ho soltanto sperimentato, le prove sono qui:


CHIARA FOFFANO
La pappagalla. Se non dico la mia non sono contenta. Ma non per polemizzare, non sono una rompina. Per comunicare, intendo. E il mio posto preferito per farlo è la spalla dell’Altro. Mi accoccolo lì vicino, lo annuso senza dare fastidio, con rispetto, cerco di immaginarmi con le sue penne addosso. E poi, quando i nostri sguardi curiosi si incrociano ecco che ci si spalanca alla condivisione, altro “luogo” a me caro e sempre meravigliosamente nuovo. Così prendo appunti, faccio domande, sviscero parole e progetti, assegno nuovi significati alle sensazioni, racconto di qualcosa, scrivo scrivo scrivo, parlo parlo parlo. E anche ricordo appuntamenti, organizzo agende, atterro idee sulla carta. Corrispondo insomma.
Ufficialmente scrivo, di professione. Leggetemi qui: